Recensioni

Pioggia per i Bastardi di Pizzofalcone- Maurizio de Giovanni

Einaudi 2024

C‘è chi ama la pioggia, quella che si fiuta nell’aria e che si riesce a evitare, perché si ha un rifugio nel quale ripararsi. E c’è chi non fa altro che ripetere frasi fatte relative alla pioggia.

E poi c’è un’altra pioggia, quella che corrisponde a uno stato d’animo inquieto e infame, che prende lo stomaco senza bisogno di mettere il naso fuori casa per realizzare che c’è: è un fatto di luce. Ecco, questo tipo di pioggia, quella diversa dall’acqua che cade sugli ombrelli, da quella che viene spostata dai tergicristalli delle auto, è un sentimento nero, che lascia tracce profonde e cicatrici con le quali occorre fare i conti per il resto dei propri giorni.

Il commissariato di Pizzofalcone si trova in cima alla collina che porta lo stesso nome, all’interno di un antico palazzo. Per arrivarci occorre inerpicarsi lungo una salita così angusta che né i mezzi pubblici né le auto – al di là delle volanti e delle macchine di servizio – possono transitarvi. È piacevole affrontare quella salita in una città che per oltre dieci mesi l’anno gode di un clima mite e gradevole. Ma quando piove no, è una vera seccatura.

E piove da giorni, senza sosta. La vice sovrintendente Ottavia Calabrese arriva in commissariato di buon’ora, come al solito, nonostante la non facile gestione degli affari di casa. Oggi giunge fradicia e trafelata. Porta l’ombrello e un giubbotto con il cappuccio, ma l’acqua cade così violenta che non è facile ripararsi.

Mentre Ottavia cerca di tamponarsi i capelli, entra Francesco Romano. Ha i capello e la barba pieni di goccioline d’acqua, mentre la giacca e i pantaloni sono zuppi. Ottavia gli porge il rotolo di carta, lui ne stacca alcuni fogli e comincia a strusciarseli addosso.

Anche Alex Di Nardo, appena entrata, è bagnata fradicia e, mentre si tampona, dichiara che sarebbe rimasta volentieri barricata in casa.

Solo il dirigente, il vicequestore Palma, entra in ufficio completamente asciutto: gli ha dato uno strappo un collega della questura che abita accanto a lui e che, fortunatamente, ha un posto auto riservato.

L’ingresso di Marco Aragona completa il quadro: vestito di ogni sfumatura possibile compresa tra l’arancio e il rosa, canta Singin’ in the rain e pare appena uscito da una piscina per quanto è grondante.

Prima che qualcuno possa esprimere il proprio disgusto nei confronti dell’agente scelto Aragona, la guardia Ammaturo fa il suo ingresso e, con un colpo di tosse, richiama l’attenzione. Hanno chiamato dal parco Paradiso. Pare ci sia un morto. Con questa pioggia…

Comincia in questo modo, sotto un diluvio che pare non intenda concedere alcuna tregua, l’ennesima avventura che vede protagonisti gli uomini e le donne del commissariato di Pizzofalcone.

Leonida Brancato, penalista temutissimo e re del cavillo, da qualche anno in pensione, è morto in una giornata in cui l’acqua non smette di cadere, forse intenzionata a lavare la città di ogni lordura.

Da qualche tempo dell’avvocato non si avevano più notizie, ma ora qualcuno lo ha fatto fuori e ha infierito sul suo cadavere.

I Bastardi devono scoprire cosa sia accaduto a Brancato e districarsi tra segreti, verità taciute, ipocrisie e rancori. E poi ci sono i problemi personali: quelli di Ottavia che deve dividersi tra i doveri di moglie e madre e la passione per il dirigente del commissariato, Luigi Palma; quelli di Lojacono, che deve fare i conti con le difficoltà della paternità; quelli di Aragona, il giullare del gruppo i cui siparietti riescono sempre a stemperare i drammi che de Giovanni, con lo stile unico di sempre, racconta.

Una volta ancora la prosa di Maurizio de Giovanni è poesia. Una volta ancora i suoi romanzi sono classici noir ma sono anche altro: sanno raccontare il buio dell’animo umano, la profondità dell’abisso nel quale a volte si viene risucchiati e da cui è difficile, e troppo spesso pericoloso, cercare di uscire.

Ancora una volta l’autore riesce a tenere il lettore incollato alla pagina sin dalle prime righe e ancora una volta racconta una storia che è insieme comune e originale, quotidiana e mai banale.

Una volta ancora de Giovanni regala al suo pubblico una grande prova autorale,  un’ennesima storia che si legge in un baleno e, appena chiuso il libro, non resta che porsi in attesa della successiva, che si spera arrivi prima della prossima giornata di pioggia.     

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